Per il quinto anno consecutivo, i Saloni dello studente Campus sono stati sede della ricerca Teen’s Voice, che si propone come osservatorio di ascolto dei giovani in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado. Dare voce ai giovani vuol dire ascoltare in modo attivo, nel nostro approccio proponendo domande e problemi che generino risposte interessanti. Negli anni, l’osservatorio ha avuto modo di intervistare circa 7000 giovani su molteplici tematiche relative ai valori, alle loro letture, alla loro percezione del contesto di vita, ai loro modelli di riferimento, all’esperienza di alternanza scuola lavoro, alle loro aspettative per l’università e per il lavoro. Le ricerche sono state condotte con questionari somministrati online durante i saloni. Dato il rilievo positivo di diversi aspetti emersi, nella preoccupazione che il fatto di rendersi disponibili a rispondere realizzasse una selezione positiva degli intervistati, nel 2015 è stato effettuato un controllo su un campione di circa 700 studenti della stessa età intervistati nelle loro classi, senza trovare differenze significative nelle risposte ai questionari utilizzati. Negli anni, gli strumenti di rilevazione sono cambiati, mantenendo alcuni ancoraggi e introducendo di volta in volta nuove tematiche. Il progetto di ricerca nasce con l’obiettivo di realizzare un Osservatorio che considera una popolazione particolare: gli studenti di ultimo o penultimo anno delle scuole secondarie superiori impegnati in una attività abbastanza informale e, dunque, nelle condizioni migliori per esprimersi liberamente. Il lavoro non ha pretesa di realizzare un campione rappresentativo, poiché i ragazzi che si fermano nello stand allestito presso i saloni Campus Orienta e si rendono disponibili a partecipare alla ricerca non possono essere considerati rappresentativi dell’intera popolazione dei ragazzi che partecipano al Salone e, tantomeno, dei giovani italiani della loro età. Tuttavia, l’alto numero di ragazzi intervistati ha consentito una lettura interessante di alcuni aspetti degli atteggiamenti e dei valori con cui i ragazzi escono dalle scuole secondarie superiori e si apprestano ad inserirsi nella società come studenti universitari o come lavoratori. Negli anni, il lavoro ci ha consentito di realizzare una lettura della realtà giovanile che ci ha riservato non poche sorprese in positivo. Ci ha permesso di rivedere molti luoghi comuni rispetto ai giovani che si affacciano agli studi universitari e al mondo del lavoro e anche molti luoghi comuni rispetto al ruolo che la scuola ha svolto nella loro preparazione. L’avere messo in luce la qualità dei modelli valoriali dei giovani e delle loro aspettative nei confronti della società, del lavoro, della convivenza civile rimanda anche ad una scuola secondaria ancora capace di insegnare il gusto di una buona lettura, di far appassionare i ragazzi a qualche pagina di storia o di letteratura, al rispetto per la scienza. Queste disposizioni valoriali, tuttavia, non evitano che i ragazzi percepiscano i loro contesti di vita come privi di attenzione alle cose in cui credono e poveri di opportunità. In questa prospettiva, nelle indagini precedenti è emersa con forza la questione meridionale con i giovani del Mezzogiorno che denunciano contesti di vita molto più poveri di opportunità di quelli, comunque denunciati dai loro coetanei, del Centro Nord. Nel 2017/18, inoltre, abbiamo verificato come gli studenti siano influenzati dai media che danno una immagine di come vanno le cose nel mondo non rispondente ai fatti e assai più negativa della realtà. Come ha sostenuto Hans Rosling (2010), i media tendono a veicolare l’idea che il cambiamento non è possibile e a non far percepire la possibilità di impegnarsi per realizzarlo. Inoltre, sempre nel 2017/18 abbiamo cominciato a studiare la autopercezione delle soft skill da parte degli studenti intervistati. Nel 2018/2019, sono stati presi in considerazione alcuni nuovi aspetti insieme a quelli trattati l’anno precedente, in particolare riprendendo la tematica delle soft skill per cercare di capire come e dove gli studenti pensino di avere formato le loro abilità trasversali, utilizzando i seguenti strumenti: - Il questionario di autovalutazione delle soft skill 3SQ, 41 item (Lucisano & du Mérac, 2019-b); - Domande riferite ai contesti in cui gli studenti pensano di aver maggiormente sviluppato le loro abilità, 70 domande (du Mérac & De Santis, 2019); - Il questionario sulla percezione del contesto classe ECPQ II, 43 item (du Mérac, 2016; du Mérac & Alves Pinto, 2016; du Mérac, 2017); - questionario sulla percezione del futuro, 24 item (Lucisano & du Mérac, 2019-a) - domande relative ai modi in cui i ragazzi prendono le loro decisioni, 7 item; - domande sulle motivazioni che hanno indotto alla scelta del percorso di formazione superiore, 6 item. Il questionario completo, con le domande di sfondo, consiste di 191 domande e richiede un tempo di somministrazione di circa 25 minuti. La somministrazione è avvenuta online presso gli stand predisposti in ciascun salone. Nello stand era prevista una assistenza ai ragazzi intervistati. Durante la somministrazione non si sono evidenziati particolari problemi da parte dei ragazzi nel rispondere alle domande.

Teens’ Voice 2018/2019 Percezioni di sé e della società Opinioni e consigli per la scuola / RUBAT DU MERAC, EMILIANE ELIZABETH MARIE; Livi, Stefano; Lucisano, Pietro. - (2020).

Teens’ Voice 2018/2019 Percezioni di sé e della società Opinioni e consigli per la scuola

Emiliane Rubat du Mérac
Conceptualization
;
Stefano Livi
Data Curation
;
Pietro Lucisano
Methodology
2020

Abstract

Per il quinto anno consecutivo, i Saloni dello studente Campus sono stati sede della ricerca Teen’s Voice, che si propone come osservatorio di ascolto dei giovani in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado. Dare voce ai giovani vuol dire ascoltare in modo attivo, nel nostro approccio proponendo domande e problemi che generino risposte interessanti. Negli anni, l’osservatorio ha avuto modo di intervistare circa 7000 giovani su molteplici tematiche relative ai valori, alle loro letture, alla loro percezione del contesto di vita, ai loro modelli di riferimento, all’esperienza di alternanza scuola lavoro, alle loro aspettative per l’università e per il lavoro. Le ricerche sono state condotte con questionari somministrati online durante i saloni. Dato il rilievo positivo di diversi aspetti emersi, nella preoccupazione che il fatto di rendersi disponibili a rispondere realizzasse una selezione positiva degli intervistati, nel 2015 è stato effettuato un controllo su un campione di circa 700 studenti della stessa età intervistati nelle loro classi, senza trovare differenze significative nelle risposte ai questionari utilizzati. Negli anni, gli strumenti di rilevazione sono cambiati, mantenendo alcuni ancoraggi e introducendo di volta in volta nuove tematiche. Il progetto di ricerca nasce con l’obiettivo di realizzare un Osservatorio che considera una popolazione particolare: gli studenti di ultimo o penultimo anno delle scuole secondarie superiori impegnati in una attività abbastanza informale e, dunque, nelle condizioni migliori per esprimersi liberamente. Il lavoro non ha pretesa di realizzare un campione rappresentativo, poiché i ragazzi che si fermano nello stand allestito presso i saloni Campus Orienta e si rendono disponibili a partecipare alla ricerca non possono essere considerati rappresentativi dell’intera popolazione dei ragazzi che partecipano al Salone e, tantomeno, dei giovani italiani della loro età. Tuttavia, l’alto numero di ragazzi intervistati ha consentito una lettura interessante di alcuni aspetti degli atteggiamenti e dei valori con cui i ragazzi escono dalle scuole secondarie superiori e si apprestano ad inserirsi nella società come studenti universitari o come lavoratori. Negli anni, il lavoro ci ha consentito di realizzare una lettura della realtà giovanile che ci ha riservato non poche sorprese in positivo. Ci ha permesso di rivedere molti luoghi comuni rispetto ai giovani che si affacciano agli studi universitari e al mondo del lavoro e anche molti luoghi comuni rispetto al ruolo che la scuola ha svolto nella loro preparazione. L’avere messo in luce la qualità dei modelli valoriali dei giovani e delle loro aspettative nei confronti della società, del lavoro, della convivenza civile rimanda anche ad una scuola secondaria ancora capace di insegnare il gusto di una buona lettura, di far appassionare i ragazzi a qualche pagina di storia o di letteratura, al rispetto per la scienza. Queste disposizioni valoriali, tuttavia, non evitano che i ragazzi percepiscano i loro contesti di vita come privi di attenzione alle cose in cui credono e poveri di opportunità. In questa prospettiva, nelle indagini precedenti è emersa con forza la questione meridionale con i giovani del Mezzogiorno che denunciano contesti di vita molto più poveri di opportunità di quelli, comunque denunciati dai loro coetanei, del Centro Nord. Nel 2017/18, inoltre, abbiamo verificato come gli studenti siano influenzati dai media che danno una immagine di come vanno le cose nel mondo non rispondente ai fatti e assai più negativa della realtà. Come ha sostenuto Hans Rosling (2010), i media tendono a veicolare l’idea che il cambiamento non è possibile e a non far percepire la possibilità di impegnarsi per realizzarlo. Inoltre, sempre nel 2017/18 abbiamo cominciato a studiare la autopercezione delle soft skill da parte degli studenti intervistati. Nel 2018/2019, sono stati presi in considerazione alcuni nuovi aspetti insieme a quelli trattati l’anno precedente, in particolare riprendendo la tematica delle soft skill per cercare di capire come e dove gli studenti pensino di avere formato le loro abilità trasversali, utilizzando i seguenti strumenti: - Il questionario di autovalutazione delle soft skill 3SQ, 41 item (Lucisano & du Mérac, 2019-b); - Domande riferite ai contesti in cui gli studenti pensano di aver maggiormente sviluppato le loro abilità, 70 domande (du Mérac & De Santis, 2019); - Il questionario sulla percezione del contesto classe ECPQ II, 43 item (du Mérac, 2016; du Mérac & Alves Pinto, 2016; du Mérac, 2017); - questionario sulla percezione del futuro, 24 item (Lucisano & du Mérac, 2019-a) - domande relative ai modi in cui i ragazzi prendono le loro decisioni, 7 item; - domande sulle motivazioni che hanno indotto alla scelta del percorso di formazione superiore, 6 item. Il questionario completo, con le domande di sfondo, consiste di 191 domande e richiede un tempo di somministrazione di circa 25 minuti. La somministrazione è avvenuta online presso gli stand predisposti in ciascun salone. Nello stand era prevista una assistenza ai ragazzi intervistati. Durante la somministrazione non si sono evidenziati particolari problemi da parte dei ragazzi nel rispondere alle domande.
2020
9788833653167
youth; higher education; future expectations; classroom context; soft skills; competency-based education
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Teens’ Voice 2018/2019 Percezioni di sé e della società Opinioni e consigli per la scuola / RUBAT DU MERAC, EMILIANE ELIZABETH MARIE; Livi, Stefano; Lucisano, Pietro. - (2020).
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